domenica 19 giugno 2011

L'Orto Planetario all'Expo non s'ha da fare oppure sì?

Un polmone verde alle porte di Milano, una grande area dedicata alle colture di tutto il  mondo. Un progetto ambizioso, pensato da chi sa guardare al futuro con coraggio, e vuole scommettere in un settore strategico fondamentale: l'agricoltura. L'Orto Botanico Planetario, dell'Architetto Stefano Boeri, era l'idea per trasformare l'Expo 2015  in un evento rivoluzionario di portata globale. Idea accantonata dalla precedente amministrazione che, l'elezione di Pisapia e la vittoria dei sì agli eco-quesiti referendari milanesi, rimette al centro dei giochi, riaprendo una partita che sembrava ormai chiusa.


CAMBIO DI GUARDIA


Mentre Boeri viene nominato assessore alla Cultura con delega all'Expo, Letizia Moratti lascia l'incarico di Commissario Straordinario di Expo 2015. E questo basta a riaccendere la speranza, seppur flebile, di realizzare il tanto controverso progetto dell'Orto Planetario. 

SINERGIE VIZIOSE

I riflettori sono puntati sui terreni di Rho-Pero, scelti da Fondazione Fiera - il comitato promotore dell'Expo - come luogo deputato ad accogliere la grande esposizione. L'aspetto interessante della vicenda è che i terreni sono di proprietà della stessa fondazione, che li aveva acquistati, una decina di anni fa, al prezzo di 14 milioni di euro. Oggi di euro ne valgono ben 120 milioni. Come è possibile? I conti sono presto fatti: l'impennata di valore dell'area è dovuta alla diversa destinazione d'uso: da agricola a edificabile. Quest'area ora si appresta ad essere acquistata da Regione e Comune per essere data in gestione alla Società Expo in occasione dell'Evento, e dopo...? Non si sa, è certo che su questi terreni si può costruire, e intorno a essi incombe protervo il quartiere di Cascina Merlata, un immenso spazio acquistato da miriadi di società lombarde, che in cambio di lauti finanziamenti all'expo, hanno ottenuto facilitazioni per edificare. Insomma, l'Expo è un affare e fa gola a tutti, specie ai costruttori,  e tutti hanno avuto interesse ad acquistare i terreni limitrofi, con il via libera alla cementificazione. Per approfondire vedi l'inchiesta di Report

IL PROGETTO VIRTUOSO


Il terzo quesito referendario
“Volete voi che il Comune di Milano adotti tutti gli atti ed effettui tutte le azioni necessarie a garantire la conservazione integrale del parco agroalimentare che sarà realizzato sul sito EXPO e la sua connessione al sistema delle aree verdi e delle acque?”.

La risposta è Sì
Il 12 e 13 Giugno scorsi, i milanesi hanno detto sì all'Orto Planetario. Un sì netto e convinto. Non ci sono più dubbi da sciogliere, se il popolo è sovrano allora bisogna rispettare la volontà popolare, senza se e senza ma. Spetta ora ai politici tradurre in fatti concreti gli indirizzi emersi dalla consultazione referendaria. Ivi compreso il progetto del parco agroalimentare.

tradizionali padiglioni
Immaginate un orto gigante che raccoglie tutte le colture del pianeta. Un'area dove si coltiva, si degusta e si fa innovazione. E' questo il futuro, un'architettura paesaggistica leggera al posto dei pesanti  tradizionali padiglioni fieristici, che una volta dismessi, lasceranno il posto a edifici e colate di cemento. Milano ha l'occasione di essere ancora centro nevralgico di innovazione e progresso. E' evidente la presa di coscienza risoluta di una città che con Pisapia e referendum chiede un'aria nuova e più pulita, per riscattarsi da inquinamento e grigiore. Intuire e precorrere il futuro significa capire quanto l'agricoltura rivesta un ruolo chiave nello scenario globalizzato. Crisi finanziaria ed energetica, rincari dei prodotti agricoli, maggiore domanda di derrate alimentari e mutamenti climatici sono tematiche intimamente legate, che richiedono un'attenta riflessione su agricoltura e sviluppo sostenibile.

Orto Planetario Expo 2015
Le serre bioclimatiche, custodi dell'agricoltura del mondo.

Un insieme di serre che riproducono le diverse condizioni climatiche del mondo (dalla tundra al paesaggio mediterraneo, dal deserto alle foreste tropicali) e le relative tipicità alimentari, grazie a decine di campi coltivati dai Paesi che parteciperanno all’Evento del 2015. Una filiera agroalimentare a "kilometri zero" di cui a beneficiare potrebbero essere per primi i milanesi. 


E' questa l'eredità che l’Expo lascerà a Milano e all'Italia se andrà in porto il progetto dell'orto globale. Dopo il 2015, l'orto costituirà un’attrazione di rilevanza turistica, ma soprattutto sarà un polo di ricerca e sperimentazione su biodiversità, tecnologia e innovazioni in agricoltura. Affrontare le complesse questioni dell'alimentazione globale è la grande sfida dei prossimi anni, e Milano potrebbe essere protagonista, diventando, di fatto, la capitale agroalimentare del mondo. 

Ultima chicca: il progetto prevede anche l'allestimento di un salone e un museo dell’alimentazione, con piccoli orti dedicati all'agricoltura e al cibo delle regione italiane. "I lotti coltivati potrebbero diventare il luogo in cui mostrare le eccellenze delle filiere italiane" è quanto afferma Boeri in un'intervista a La Repubblica.

Il tempo stringe, l'Expo si avvicina e presto dovrà essere presa una decisione irrevocabile. 
Vedremo come andrà a finire.



giovedì 2 giugno 2011

IL ''GREEN'' REFERENDUM DEL 12 E 13 GIUGNO: ISTRUZIONI PER L'USO

COL REFERENDUM A SCEGLIERE SEI TU

È l'unico strumento di democrazia diretta esercitata dai cittadini italiani. Il referendum è una grande opportunità, autenticamente partecipativa, per decidere il bene comune, senza liste di partito con rappresentanti sceltissimi, sedicenti intermediari della volontà popolare.


referendum 
L'articolo 75 della Costituzione

È indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.


Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. 

Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.

La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

La legge determina le modalità di attuazione del referendum.


IL REFERENDUM SI TINGE DI GREEN

Il 12 e il 13 Giugno gli italiani sono chiamati ad esprimersi su 4 quesiti referendari; 3 delle 4 norme di cui si chiede l'abrogazione, riguardano ACQUA e NUCLEARE. Si tratta di tematiche ambientali che interpellano la coscienza ecologica dei cittadini. 

Il mio personale auspicio è che tale coscienza abbia raggiunto una maturità tale da comprendere l'assoluta importanza della posta in giocoNon è semplicemente una questione d'ambiente, è la libertà per tutti, e non solo per ristretta cerchia di soggetti privati, di accedere a un bene inestimabile come l'acqua. Speculare su una risorsa fondamentale non è ammissibile in un Paese che voglia definirsi civile. 

La libertà di non avere il nucleare - e l'annesso problema delle scorie radioattive - significa riaffermare quanto deliberato 24 anni fa da un altro referendum, quando all'indomani del disastro di Chernobyl gli italiani scelsero la via antinucleare. Essere sfavorevoli all'energia dell'atomo vuol dire invitare il Governo a cambiare la rotta dell'attuale politica energetica, una virata decisa a vantaggio delle fonti rinnovabili.
L'abrogazione delle norme referendarie green ha l'obiettivo di sancire il diritto inviolabile alla natura, direttamente collegato a salute e benessere degli esseri umani. 

Il quesito non-ecologico, di altro tenore ma non per questo d'inferiore importanza, riguarda il "legittimo impedimento" ossia la facoltà riservata al Premier e ai Ministri di non comparire in tribunale nei procedimenti penali che li riguardano. Se la legge è uguale per tutti allora non è concepibile che proprio i vertici del Governo, che ci amministrano, legiferano e di fatto guidano le sorti del nostro Paese, si sottraggano alla giustizia. 


1. RE­FE­REN­DUM AC­QUA PUB­BLICA  
Scheda di colore rosso

ABRO­GA­ZIONE AF­FI­DA­MENTO E GESTIONE SER­VI­ZI PUBBLICI LOCALI DI RILEVANZA ECONOMICA AD OPE­RA­TORI PRIVATI 
IL TUO SÌ PER L'ACQUA PUBBLICA


Il  abroga l'attuale legislazione che prevede la privatizzazione dell'acqua.


2. REFERENDUM ACQUA PUBBLICA 
Scheda di colore giallo

DETERMINAZIONE DELLA TARIFFA DEL SERVIZIO IDRICO IN BASE ALLA REMUNERAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO


IL TUO SÌ PER EVITARE PROFITTI SULL'ACQUA



Il abroga l'attuale legislazione che permette ai gestori privati di trarre profitto dall'erogazione del servizio idrico, caricando sulla bolletta fino al 7% in più senza che questo venga investito per migliorare l'erogazione del servizio stesso.


3. REFERENDUM ENERGIA NUCLEARE 
Scheda di colore grigio


REALIZZAZIONE SUL TERRITORIO NAZIONALE DI IMPIANTI DI PRODUZIONE DI ENERGIA NUCLEARE

IL TUO SÌ PER EVITARE LA COSTRUZIONE DI CENTRALI NUCLEARI




La Cassazione ha dato il via libera al quesito referendario più controverso, che chiede la cancellazione definitiva del nucleare dall'agenda governativa. Inutile, dunque, il disperato tentativo del Governo di sottrarre    la materia al giudizio popolare attraverso l’approvazione di un’altra norma, che sospendeva temporaneamente il ricorso all'energia dell’atomo.


4. REFERENDUM LEGITTIMO IMPEDIMENTO 
Scheda di colore verde

IL TUO SÌ PERCHÉ LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI

Già dichiarata imparzialmente incostituzionale dalla Cassazione, la legge sul legittimo impedimento permette a Premier e Ministri di non presentarsi alle udienze dei procedimenti penali che li vedono imputati.




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