Un polmone verde alle porte di Milano, una grande area dedicata alle colture di tutto il mondo. Un progetto ambizioso, pensato da chi sa guardare al futuro con coraggio, e vuole scommettere in un settore strategico fondamentale: l'agricoltura. L'Orto Botanico Planetario, dell'Architetto Stefano Boeri, era l'idea per trasformare l'Expo 2015 in un evento rivoluzionario di portata globale. Idea accantonata dalla precedente amministrazione che, l'elezione di Pisapia e la vittoria dei sì agli eco-quesiti referendari milanesi, rimette al centro dei giochi, riaprendo una partita che sembrava ormai chiusa.
CAMBIO DI GUARDIA

Mentre Boeri viene nominato assessore alla Cultura con delega all'Expo, Letizia Moratti lascia l'incarico di Commissario Straordinario di Expo 2015. E questo basta a riaccendere la speranza, seppur flebile, di realizzare il tanto controverso progetto dell'Orto Planetario.
SINERGIE VIZIOSE
I riflettori sono puntati sui terreni di Rho-Pero, scelti da Fondazione Fiera - il comitato promotore dell'Expo - come luogo deputato ad accogliere la grande esposizione. L'aspetto interessante della vicenda è che i terreni sono di proprietà della stessa fondazione, che li aveva acquistati, una decina di anni fa, al prezzo di 14 milioni di euro. Oggi di euro ne valgono ben 120 milioni. Come è possibile? I conti sono presto fatti: l'impennata di valore dell'area è dovuta alla diversa destinazione d'uso: da agricola a edificabile. Quest'area ora si appresta ad essere acquistata da Regione e Comune per essere data in gestione alla Società Expo in occasione dell'Evento, e dopo...? Non si sa, è certo che su questi terreni si può costruire, e intorno a essi incombe protervo il quartiere di Cascina Merlata, un immenso spazio acquistato da miriadi di società lombarde, che in cambio di lauti finanziamenti all'expo, hanno ottenuto facilitazioni per edificare. Insomma, l'Expo è un affare e fa gola a tutti, specie ai costruttori, e tutti hanno avuto interesse ad acquistare i terreni limitrofi, con il via libera alla cementificazione. Per approfondire vedi l'inchiesta di Report
IL PROGETTO VIRTUOSO
Il terzo quesito referendario
“Volete voi che il Comune di Milano adotti tutti gli atti ed effettui tutte le azioni necessarie a garantire la conservazione integrale del parco agroalimentare che sarà realizzato sul sito EXPO e la sua connessione al sistema delle aree verdi e delle acque?”.
La risposta è Sì
Il 12 e 13 Giugno scorsi, i milanesi hanno detto sì all'Orto Planetario. Un sì netto e convinto. Non ci sono più dubbi da sciogliere, se il popolo è sovrano allora bisogna rispettare la volontà popolare, senza se e senza ma. Spetta ora ai politici tradurre in fatti concreti gli indirizzi emersi dalla consultazione referendaria. Ivi compreso il progetto del parco agroalimentare.
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| tradizionali padiglioni |
Immaginate un orto gigante che raccoglie tutte le colture del pianeta. Un'area dove si coltiva, si degusta e si fa innovazione. E' questo il futuro, un'architettura paesaggistica leggera al posto dei pesanti tradizionali padiglioni fieristici, che una volta dismessi, lasceranno il posto a edifici e colate di cemento. Milano ha l'occasione di essere ancora centro nevralgico di innovazione e progresso. E' evidente la presa di coscienza risoluta di una città che con Pisapia e referendum chiede un'aria nuova e più pulita, per riscattarsi da inquinamento e grigiore. Intuire e precorrere il futuro significa capire quanto l'agricoltura rivesta un ruolo chiave nello scenario globalizzato. Crisi finanziaria ed energetica, rincari dei prodotti agricoli, maggiore domanda di derrate alimentari e mutamenti climatici sono tematiche intimamente legate, che richiedono un'attenta riflessione su agricoltura e sviluppo sostenibile.
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| Orto Planetario Expo 2015 |
Le serre bioclimatiche, custodi dell'agricoltura del mondo.
Un insieme di serre che riproducono le diverse condizioni climatiche del mondo (dalla tundra al paesaggio mediterraneo, dal deserto alle foreste tropicali) e le relative tipicità alimentari, grazie a decine di campi coltivati dai Paesi che parteciperanno all’Evento del 2015. Una filiera agroalimentare a "kilometri zero" di cui a beneficiare potrebbero essere per primi i milanesi.
E' questa l'eredità che l’Expo lascerà a Milano e all'Italia se andrà in porto il progetto dell'orto globale. Dopo il 2015, l'orto costituirà un’attrazione di rilevanza turistica, ma soprattutto sarà un polo di ricerca e sperimentazione su biodiversità, tecnologia e innovazioni in agricoltura. Affrontare le complesse questioni dell'alimentazione globale è la grande sfida dei prossimi anni, e Milano potrebbe essere protagonista, diventando, di fatto, la capitale agroalimentare del mondo.
Ultima chicca: il progetto prevede anche l'allestimento di un salone e un museo dell’alimentazione, con piccoli orti dedicati all'agricoltura e al cibo delle regione italiane. "I lotti coltivati potrebbero diventare il luogo in cui mostrare le eccellenze delle filiere italiane" è quanto afferma Boeri in un'intervista a La Repubblica.
Il tempo stringe, l'Expo si avvicina e presto dovrà essere presa una decisione irrevocabile.
Vedremo come andrà a finire.




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