2002 - 2011: quasi dieci anni di indisturbata attività d'inquinamento. Il termovalorizzatore La Fenice è oggi nell'occhio del ciclone per aver inquinato le falde acquifere della zona di San Nicola di Melfi.
La questione era stata portata alla ribalta delle cronache da Striscia la Notizia, chiamata da un gruppo di cittadini preoccupati dal sensibile aumento dei casi di tumore registrato proprio nell'area in cui sorge il termovalorizzatore La Fenice: la zona del Vulture-Melfese. (un post dell'AntiFuffa di qualche mese fa sottolineava l'ascesa delle curve tumorali in Basilicata ).
Solo dopo la denuncia del tg satirico l'indagine - a cui già lavorava la Magistratura dal 2009 - ha un'accelerazione che si rivelerà decisiva.
E questo è un dato su cui riflettere.
E' mai possibile che in Italia una trasmissione di satira sia l'unico mezzo per smuovere le autorità dormienti?
Ecco che a Settembre l'ARPAB - L'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Basilicata - tira fuori i dati allarmanti riferiti alla presenza di sostanze inquinanti cancerogene (metalli come ferro e benzene) nell'area del melfese, che sforano ampiamente i limiti massimi previsti dalla legge.
Lo scandalo è che l'ARPAB conosceva quei valori dal 2002 e non li ha mai né divulgati né tantomeno comunicati alle autorità competenti.
E così due dirigenti dell'ARPA Basilicata - Vincenzo Sigillito, ex direttore generale, e Bruno Bove, coordinatore del dipartimento provinciale - sono finiti ai domiciliari e un paio di giorni dopo è arrivata la decisione di sospendere l'attività dell'impianto di smaltimento dei rifiuti speciali.
Una decisione attesa dai cittadini e sicuramente una prima vittoria dell'attivissimo comitato Diritto alla Salute, che con tenacia si è battuto affinché la Magistratura e la politica locale affrontassero finalmente il tema del termovalorizzatore La Fenice.
All'improvviso si è svegliato anche il nostro Ministro dell'Ambiente Prestigiacomo che ha assicurato accertamenti da parte dell'Istituto Superiore di Sanità e un piano di bonifica del sito contaminato.
Adesso io chiedo agli amministratori della mia regione: "da che parte volete stare ? "
La Basilicata del Giano Bifronte
Non è ammissibile che la politica locale si comporti come il Giano Bifronte che, da un lato, promuove con progetti innovati il turismo - vedi il Diario Digitale - e, dall'altro, permette che la Regione diventi la discarica italiana dei rifiuti speciali.
Il Diario digitale della Basilicata
Il progetto finanziato dall'APT Basilicata è l'originale diario di viaggio di un gruppo di giovani artisti under 35 (blogger, video maker e fotografi) provenienti da tutto il mondo.
Un modo alternativo e low cost di raccontare e promuovere il territorio attraverso 7 micro storie della durata di 120 secondi, da diffondere in rete attraverso le piattaforme del web 2.0.
7 modi di narrare un luogo ricco di tradizioni e cultura, e soprattutto con una natura da difendere.
L'auspicio è che la Basilicata resti quella raccontata dal primo video del Diario Digitale:
La questione era stata portata alla ribalta delle cronache da Striscia la Notizia, chiamata da un gruppo di cittadini preoccupati dal sensibile aumento dei casi di tumore registrato proprio nell'area in cui sorge il termovalorizzatore La Fenice: la zona del Vulture-Melfese. (un post dell'AntiFuffa di qualche mese fa sottolineava l'ascesa delle curve tumorali in Basilicata ).
Solo dopo la denuncia del tg satirico l'indagine - a cui già lavorava la Magistratura dal 2009 - ha un'accelerazione che si rivelerà decisiva.
E questo è un dato su cui riflettere.
E' mai possibile che in Italia una trasmissione di satira sia l'unico mezzo per smuovere le autorità dormienti?
Ecco che a Settembre l'ARPAB - L'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Basilicata - tira fuori i dati allarmanti riferiti alla presenza di sostanze inquinanti cancerogene (metalli come ferro e benzene) nell'area del melfese, che sforano ampiamente i limiti massimi previsti dalla legge.
Lo scandalo è che l'ARPAB conosceva quei valori dal 2002 e non li ha mai né divulgati né tantomeno comunicati alle autorità competenti.
E così due dirigenti dell'ARPA Basilicata - Vincenzo Sigillito, ex direttore generale, e Bruno Bove, coordinatore del dipartimento provinciale - sono finiti ai domiciliari e un paio di giorni dopo è arrivata la decisione di sospendere l'attività dell'impianto di smaltimento dei rifiuti speciali.
Una decisione attesa dai cittadini e sicuramente una prima vittoria dell'attivissimo comitato Diritto alla Salute, che con tenacia si è battuto affinché la Magistratura e la politica locale affrontassero finalmente il tema del termovalorizzatore La Fenice.
All'improvviso si è svegliato anche il nostro Ministro dell'Ambiente Prestigiacomo che ha assicurato accertamenti da parte dell'Istituto Superiore di Sanità e un piano di bonifica del sito contaminato.
Adesso io chiedo agli amministratori della mia regione: "da che parte volete stare ? "
La Basilicata del Giano Bifronte
Non è ammissibile che la politica locale si comporti come il Giano Bifronte che, da un lato, promuove con progetti innovati il turismo - vedi il Diario Digitale - e, dall'altro, permette che la Regione diventi la discarica italiana dei rifiuti speciali.
Il Diario digitale della Basilicata
Il progetto finanziato dall'APT Basilicata è l'originale diario di viaggio di un gruppo di giovani artisti under 35 (blogger, video maker e fotografi) provenienti da tutto il mondo.
Un modo alternativo e low cost di raccontare e promuovere il territorio attraverso 7 micro storie della durata di 120 secondi, da diffondere in rete attraverso le piattaforme del web 2.0.
7 modi di narrare un luogo ricco di tradizioni e cultura, e soprattutto con una natura da difendere.
L'auspicio è che la Basilicata resti quella raccontata dal primo video del Diario Digitale:

